Degustazioni di vino a Ravenna e dintorni



I vini dell’Emilia Romagna, tra tradizione e vitigni ritrovati

L’Emilia Romagna è una delle regioni italiane più ricche dal punto di vista culinario ed enologico.

Avrete sicuramente sentito parlare di Parmigiano Reggiano, aceto balsamico, lasagne alla bolognese, piadina e, naturalmente, vino Sangiovese.

Quello che non tutti sanno, però, è che l’Emilia Romagna è tecnicamente una sola regione, ma in termini di cibo e tradizioni è in realtà divisa in due. E non stupitevi se sentirete parlare di rivalità amichevoli tra città che distano solo 10 km l’una dall’altra.

La Romagna, a sud, è famosa per le sue spiagge, la vita notturna e i mosaici di Ravenna, ma soprattutto per il suo re: il Sangiovese di Romagna. La prima volta che troviamo il nome “Sangiovese” è in un atto del 1672 conservato nell’archivio di Stato della città di Faenza. Il Sangiovese è un vino camaleontico. Può variare da molto facile da bere e semplice a molto complesso e sapido. Il suo profilo aromatico di ciliegia, cuoio e violetta e la sua struttura tannica lo rendono il compagno perfetto per formaggi stagionati e carni rosse.

Oltre ai più noti Albana, Trebbiano e Pagadebit (vedi il mio ultimo post sul blog a riguardo), la regione sta riscoprendo i suoi vitigni autoctoni dimenticati, che dopo la fillossera sono stati messi da parte per “ricostruire” varietà più redditizie, come il Sangiovese: parliamo del Famoso, il Centesimino e il Burson. Quest’ultimo vitigno e’ stato ritrovato nel 1913 nei boschi di Bagnacavallo dalla famiglia Longanesi che oggi guida un consorzio che ne tutela la produzione, mantenendo viva la tradizione di un vino rustico, intenso e di grande carattere.

Ho recentemente partecipato a una degustazione verticale di Burson presso l’azienda agricola Randi, dove ho assaggiato 5 annate, dal 2019 al 2006.
La storia del Burson inizia nel 1913, quando fu stato scoperto in un bosco vicino alla città di Bagnacavallo durante una battuta di caccia da Antonio Longanesi. La vite abbracciava letteralmente una quercia e Longanesi decise di iniziare a produrci vino per la sua famiglia. Ora la produzione del Burson è controllata da un consorzio, fondato e guidato da Daniele Longanesi (quarta generazione), per aiutare a promuovere e proteggere questo vitigno riscoperto che produce vini molto rustici e tannici, fino a 15/16 gradi.

Se vuoi scoprire di più sui vini dell’Emilia Romagna, dai più celebri ai più rari, esplora le mie esperienze enologiche a Ravenna e dintorni.

Puoi anche unirti al nostro tour enogastronomico in Emilia Romagna di settembre 2026, un viaggio di 7 giorni alla scoperta delle bellezze e dei sapori autentici della regione insieme a me e alla sommelier Elisa Borelli di Balsamico Italian Kitchen, San Diego!

[foto scattata durante la verticale di Burson presso l’azienda Randi di Fusignano, RA]

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