Tappo a vite: amarlo o odiarlo?

Di recente sono stato in Nuova Zelanda, dove il 90% delle bottiglie di vino è chiuso con tappi a vite. Non solo nei supermercati o nei bar economici, ma anche nelle cantine di alto livello e nei ristoranti raffinati. Così, durante il mio soggiorno ho iniziato a fare domande in giro e ho letto anche un po’ di materiale sull’argomento in rete.

I tappi a vite sono un bene o un male per il vino?

Una cosa certa è che i tappi a vite sono più sostenibili, più economici, più facili da aprire e richiudere, e inoltre evitano alcuni difetti del vino come il “cork taint” (un problema che colpisce i tappi di sughero e provoca cattivi odori nel vino).

I pionieri del movimento dei tappi a vite furono gli australiani, che nel 2000 decisero di imbottigliare l’intera produzione di Riesling della Clare Valley esclusivamente con questo sistema. Un anno dopo, un gruppo di produttori neozelandesi seguì il loro esempio fondando la New Zealand Screwcap Wine Seal Initiative.

Dopo studi scientifici e degustazioni alla cieca si scoprì che i vini chiusi con tappo a vite non solo avevano lo stesso gusto di quelli con tappo di sughero, ma nella maggior parte dei casi risultavano più freschi, più costanti e privi di difetti.

La principale perplessità riguardo ai tappi a vite è sempre stata la maturazione: quel periodo in cui il vino evolve in bottiglia, sviluppa nuovi aromi e si ammorbidisce.

Secondo i sostenitori del sughero, il tappo tradizionale è migliore perché lascia “respirare” il vino, cioè permette un minimo passaggio di ossigeno, considerato essenziale per una maturazione più armoniosa e per ottenere un profilo aromatico desiderabile. I sostenitori del tappo a vite, invece, sostengono che l’ossigeno non sia necessario: anzi, l’assenza di ossigeno aiuta il vino a restare stabile e fresco più a lungo.

Di certo, industrie vinicole relativamente giovani come quelle di Nuova Zelanda e Australia stanno aprendo la strada. Negli Stati Uniti e in Europa invece c’è ancora un po’ di scetticismo, soprattutto per questioni estetiche e per come l’uso del tappo a vite potrebbe influire sul servizio al ristorante.

Ma ci sono segnali incoraggianti: secondo i ricercatori, almeno il 30% del vino nel mondo è ormai imbottigliato con tappi a vite, e questa tendenza è destinata a crescere sempre di più in futuro.

[Foto scattata da Ata Rangi a Martinborough, NZ, durante la mia degustazione di Pinot Noir]

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